Bisogna tuttavia precisare sin da subito che emerge un'evidente pecca relativa ai moveset delle armi prese singolarmente, troppo poco variegate e unificate per tipologie, togliendo una più profonda caratterizzazione tra armi della stessa tipologia, dotate nel titolo precedente di moveset unici da adoperare in base al proprio stile di gioco e alla necessità del momento. Un'altra caratteristica che riguarda il combact system è indubbiamente in direct hit, ossia la capacità di infliggere danno in base a come l'arma colpisce il bersaglio; questa aggiunta al sistema di combattimento spesso complica in maniera esasperante l'attacco, agevolando inevitabilmente certi tipi di armi rispetto ad altre, e quindi riducendo quelle che sono le possibilità di nuovi stili di gioco a favore dell'ottimizzazione del danno, che per classi come spade e spadoni è a livelli massimi, portando il giocatore medio a sceglierle per avere "la vita facile" in game. Per ultimi, ma non meno importanti, vi sono la semplificazione delle bossfight -e in alcuni casi anche copia e incolla di quest'ultime in sezioni avanzate di gioco- e l'input di danno: infatti in questo titolo non vi saranno più boss con azioni complicate da studiare ma al massimo faranno due o tre movimenti d'attacco, ripetuti in serie o in base alla distanza del giocatore.
Se da un lato questo potrebbe far apparire le bossfight molto semplici e lontane da un classico souls, d'altro canto qualora veniste colpiti il danno sarà esorbitante, con la possibilità molto frequente di essere shottati o bishottati in tempo record. Questa scelta non solo ha reso il combattimento contro i boss molto più frustrante, ma ha anche appiattito l'offerta del gioco stesso, non più basato sul controllo ragionato del proprio personaggio ma sul "quanto danno riesco a fare?". Detto questo, se vi sembra che abbia demolito questo titolo, in realtà il meglio che riesce a offrire Dark Souls II sta tutta nella narrativa, decisamente ispirata, e nelle location utilizzate, sia nel gioco base che nei DLC. Non potrete mai dimenticare luoghi come Il Santuario di Amana, il Castello di Drangleic, Lo Scolo, La Bastiglia o Il Nido del Drago, dotate di un'estetica e un fascino immenso, come neanche il carisma di certi personaggi, la loro storia e il loro declino, e i temi trattati, in bilico tra amore e morte, tra il dovere e il Volere (questa parola la tratteremo prossimamente).
Una storia, a mio avviso, molto più ricca, innovativa e aperta rispetto al suo successore, che in certi punti sbaglia clamorosamente, ma che sa riprendere il tutto con disinvoltura, e che soprattutto non annoia!Un titolo equilibrato quindi? Ancora una volta devo storcere il naso poiché, sì, il titolo è equilibrato adesso, ma non lo è stato al lancio durante il quale ha presentato pecche di bilanciamento troppo gravi, pecche che la From Software ha cercato di scusare tramite l'uscita di una "riedizione" -se possiamo definirla tale- Scholar of First Sin, che aggiunge un nuovo finale e che comprende tutti e tre i DLC, attualmente al prezzo di 29.90 euro. Tale riedizione, disponibile per play station 4 e Xbox One, prevede il bilanciamento e il ricollocamento di bauli e nemici, e l'inserimento di ulteriori oggetti e nuove armi, impossibili da ottenere nella versione base del gioco. Una conferma, insomma, di come vi sia stata una iniziale pigrizia nella rifinitura del gioco, rifinitura che vi è stata successivamente e che, in larga parte, ha suscitato le ire degli utenti, i quali hanno aperto gli occhi di fronte l'incompletezza del titolo al lancio. Non proprio un santarellino come titolo, che porta il peso delle scelte degli sviluppatori sulle spalle, un peso che spesso offusca la valutazione del titolo, il più obiettivamente possibile. Dark souls II è probabilmente il titolo più "unico" dell'intera trilogia, il più bello esteticamente e il più suggestivo, sia per tematiche trattate che per personaggi. Insomma un titolo che, nelle sue più profonde ombre, sa ravvivare la fiamma.
Nessun commento:
Posta un commento