Questa storia non ha nessun “C’era una volta”, perché ciò che è stato
non deve mai più essere ricordato. Rammenta mio giovane allievo affinché tu
possa temere il sangue antico e credi in ciò che sto per dirti perché l’avidità
dell’antica conoscenza è forte nell'animo degli uomini, e l’unico rimedio
possibile per sedarla è la paura. Ciò che avete appreso sul Cosmo dai vostri
maestri sono solo informazioni parziali, se non errate per certi versi. Non
esistono gli dei che voi adorate nel buio gelido di ciò che sta al di là della
nostra mente, come nemmeno la Verità che tanto cerchiamo guardando la luna nel
cielo. No, mio caro Laurence, la Verità che cerchiamo sta in basso, nelle
profondità dimenticate di una terra lontana che è stata abitata da Creature di
altri piani che, nella loro potenza, hanno voluto tendere una mano, non per
aiutarci tuttavia, ma per curiosità e “desiderio” -uso un termine improprio,
ragazzo- di qualcosa. Loro si sono accorti di noi, hanno udito il flebile
richiamo della nostra preghiera, ed hanno risposto manifestandosi alle nostre
menti. Inutile dire che ci hanno cambiato. Hanno cambiato la nostra percezione
della realtà, la nostra stessa essenza, le nostre menti, spalancando occhi dove
prima non c’erano. Ma tutto questo non è stato per un mero desiderio
altruistico; forse nemmeno sanno cosa sia l’altruismo o qualunque altro
sentimento che normalmente appartiene alla nostra razza. No, giovane mio, Loro… Loro stavano morendo. Erano rimasti in pochi, si sarebbero estinti se fossero
rimasti nelle loro dimore, o forse avrebbero vissuto l’eternità diventando
vegetali e raggrinzendosi, perdendo la loro Verità per sempre. Hanno trovato in
noi il modo per salvarsi; ci hanno studiato, come noi studiavano loro, ed alla
fine hanno saputo. Volevano un bambino, qualcuno che fosse stato in grado di
poter tramandare la loro Conoscenza e la loro stirpe, qualcuno che fosse stato
in grado di comprenderli e, magari, amarli. Infondo cosa farsene della
conoscenza senza condividerla?... Scusami mio caro se divago in sentimentalismi
dove questi non esistono nemmeno ma, cosa succederebbe se diventassimo come
loro? Immagina, cosa saremmo senza il desiderio o il peccato, cosa senza l’orgoglio
o il pregiudizio? Essere migliori, o terribili? Ah, meraviglia ed orrore, il
terrore ha sposato lo stupore ed adesso noi siamo qui, alle porte della mente,
ad un passo dall'evoluzione eppure così lontani dal comprenderla. Sai, anche
loro, gli Pthumeriani, cercarono di comprendere quella conoscenza evolutiva,
scrutando in quel vaso di Pandora proibito che mai nessuno prima tentò di
ammirare. Lì seppero, e quello che decisero in seguito potrebbe essere stato un
chiaro avvertimento per ciò che abbiamo trovato: si chiusero nelle loro tombe,
vegliando ed accrescendo il loro sapere. Nell'ombra la loro pelle divenne
bianca mentre il loro volto, contorto in un urlo osceno per l’orrore, fu
privato degli occhi diventando oscure caverne dell’abisso. Avevano ottenuto l’immortalità,
ma non la conoscenza, trasformandosi in ibridi, custodi del sonno dei loro Padroni.
Tutti subirono tale sorte… tutti eccetto uno, il loro sovrano. Costui,
o meglio costei, che risiede nell'ombra più oscura delle profondità della sua
dimora, piange il suo bambino, un tesoro ottenuto a caro prezzo che tuttavia
non le appartiene. Ciò che spinse la sua anima a concepire un abominio come
quello rimane un mistero, mistero che tuttavia non potremo mai scoprire. Non vidi
mai la dama Pthumeriana se non come memoria lontana incisa sulle pareti di
quella porzione di Oscurità che siamo riusciti a squarciare, né confido sul
fatto che in futuro saremo in grado di spingerci più in là.
L’Ombra è densa in
quegli anfratti, satura di un’inquietante miasma di paura e follia, capace di
offuscare per sempre la mente degli esploratori, destinati a perdersi nei
loculi di quella tomba vivente. Eppure quanti tesori ancora cela, quanti resti
dell’arte di un’antica civiltà che per prima venne a contatto con Loro. Forse c’è
un motivo se i segreti sono tali, e la bramosia, che in quel mondo ammette come
unico rimedio la morte o la follia, deve essere frenata. Quindi pondera ogni
tua scelta quando ti avventuri in quei luoghi, Laurence, e indirizza i tuoi
passi verso quell'unico obiettivo se vuoi rimanere vivo. Noi abbiamo fatto
così, e con fermezza abbiamo continuato malgrado le importanti perdite,
scovando tesori ed arcani prodigi grazie a Ludwig ed alla sua forza. Prodigi,
Ah, che termine riduttivo per descrivere quello che i miei occhi hanno visto! Laurence,
mio caro, quale grottesca e straordinaria follia la mia mente ha potuto
assistere, quale disturbante visione i miei occhi hanno potuto osservare. Erano
lì, dormivano in attesa che qualcuno li scuotesse dal loro sonno immoto;
volevano essere trovati da noi, mio caro, e volevano che noi prendessimo la
loro forza, la loro vita, per poter rinascere in questo tempo.
Era bellissima
nel terrore, e leggiadra nella pazzia, amabile nel disgusto e luce di speranza
nel tormento; imponente e maestosa, era cieca a questo mondo ma comunque in
grado di percepirci, quasi potevo sentirla sussurrare nella mia anima,
turbandomi con ciò che mi diceva.
Mi fece un dono, che tengo segreto e che
confido solo a te, mio diletto; mi donò il suo sangue, dicendomi che ne ero
degno. Non sembrava affatto sangue ma la migliore di tutte le bevande, perché ne
bevvi, e mi si aprirono gli occhi del cosmo, chiudendo quelli di questa terra.
Ancora oggi al ricordo di quell'evento, ciò che risiede in me si agita,
estasiandomi con la sua danza. Ma io non mi sento pronto, forse non lo sarò
mai; mi considero un prototipo, un esperimento iniziale per qualcosa di più
grande. Sono contento di questo, euforico come un ubriaco alla vista del dolce
nettare che lo rende pieno di vita, perché un giorno potrò rivederla sotto
nuovi occhi e nuova forma. L’unica cosa che temo è la stupidità dell’uomo di
ottenere il potere che lei potrà offrirà ché, scoprendo il suo potenziale, la
renderà schiava, mero oggetto per esperimenti, condannandola alla morte. Ti
prego di proteggerla, mio caro, perché nessuno la utilizzi, o meglio sfrutti il
suo sangue. Lei è astuta, capace di plasmare la mente al suo volere, al suo
scopo. Lei, come tutta la sua razza, vuole un infante. Per tutto ciò che
risiede nel cosmo, Laurence, il potere che ne deriverebbe sarebbe troppo grande
e soverchiante! Perciò attento se un giorno la servirai, sappi che anche tu
diverrai un segreto. Io ho visto il mio avvenire, so cosa farai ma ne sono
lieto, la Chiesa della Cura deve nascere per poter aiutare il prescelto, solo
lui è destinato ad essere elevato sopra le nostre menti. Non impedirlo, mio
diletto, e non divenire ciò per cui non sei stato scelto. Ah penso sia giunto
il momento che tu mi dica quel che volevi dirmi, anche se già lo so.
Sappi una
cosa; il suo nome è Ebrietas perché del suo sangue diverrete tutti ebbri, e
benedetto quel giorno in cui la luna mostrerà il vero volto di un’umanità
evoluta.
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