Vi starete
chiedendo cosa sia Yharnam, perché l’Incubo si è abbattuto su di essa, e perché
proprio lei. Sarebbe assurdo se vi parlassi di una maledizione, di una sciagura
non prevista, di un qualche allineamento cosmico che ha provocato un disastro
talmente immenso da non aver avuto mai eguali nella storia; sarebbe assurdo
anche solo il mio vano tentativo di raccontare i fatti che hanno distrutto
migliaia di anime innocenti, condannandole a diventare il cemento per
sorreggere quel mostruoso essere che proprio in questo alberga tra le vie della città. Tuttavia
adesso, con ordine, o ciò che ne riamane, tenterò di raccontare quel che posso
aver intuito nel vivere in questo sobborgo di umanità calpestata. Dovete sapere
che Yharnam non è mai stata così, prima che la Luna Rossa si ergesse sulle
nostre teste questa piccola cittadina non era altro che uno dei tanti paesi
che, prima o poi, sarebbe morto lasciando il posto ad una città fantasma.
I suoi abitanti erano stanchi delle continue epidemie, stanchi dei soprusi dei potenti che cercavano di arricchirsi sulle spalle della povera gente. Insomma, la normale storia di una città che di certo in quel momento non viveva il suo periodo migliore. Poi accadde qualcosa, qualcosa di imprevisto che da lì a poco avrebbe segnato il destino di molte vite. A Byrgenwerth, la migliore scuola di tutto tutta la città, per non dire di tutta le terre a ovest di Yharnam, fonte della più alta educazione dei rampolli delle nobili casate, avvenne una grande scoperta. Fu ritrovato qualcosa, la memoria di una antica civiltà; molti lo definiscono come Il Calice, una forma di ricettacolo in grado di incanalare la volontà ed aprire porte altrimenti inaccessibili. Il Calice era il ricettacolo di qualcosa che, tuttavia, al tempo si ignorava ma che ben presto sarebbe divenuto la piaga della città stessa: Il Sangue. No, non sangue qualsiasi, non il sangue di un qualsiasi mendicante o di una qualsiasi puttana; no, era qualcosa di antico, volutamente celato per la sua enorme potenza. Probabilmente fu l’assaggio di quella potenza che trasformò Byrgenwerth, dissennando il suo rettore Willehm nella ricerca della Verità su quell'Antico Sangue. Così iniziarono le ricerche, dapprima in maniera attenta, evitando di mietere vite innocenti, poi sempre più insistentemente, lasciando il posto alla volontà di scovare segreti e alla noncuranza delle conseguenze. Tutti all'interno di Byrgenwerth volevano ottenere la Verità, volevano ottenere il potere presi da una frenesia inumana, ma non sapevano che ben presto il potere avrebbe bussato alle porte della loro follia. Fu così che le notti a Yharnam divennero più lunghe, ed una strana ombra si aggirava tra i vicoli della città; una foschia si elevava dal sottosuolo, sempre più densa, sempre più opprimente, un saturo miasma di un orribile presagio, l’inizio di qualcosa più grande di tutti noi. La città divenne irrequieta, gli abitanti si chiudevano in casa, ogni persona iniziava a guardarsi con sospetto vicendevolmente; se prima la città sembrava sfiancata da una vita già abbastanza ingiusta, adesso il suo volto stava mutando in qualcosa di ancora più oscuro.
Poi giunse un fulmine a ciel sereno: mentre prima Byrgenwerth era il centro della conoscenza, repentinamente fu proclamata come zona proibita: nessuno sapeva spiegarsi il perché, nessuno osava porre alcuna domanda. E malgrado tutto, ciò che destava più sospetto erano coloro che provenivano dal vecchio centro di studi: gli ex studenti si rivolgevano alla gente cercando di aiutarla senza nessun apparente contraccambio; distribuivano promesse, sogni di una rivincita non solo sui potenti della città ma anche sopra la stessa natura umana; quest’ultima promessa sembrava al tempo troppo enigmatica, ma sapeva attrarre con il suo fascino allettante- chi non vorrebbe il potere? Così ben presto, tramite uno strano intruglio chiamato Sangue Curativo, diedero la forza a molti cittadini, soverchiarono il potere reggente della città e si autoproclamarono come Chiesa della Cura, un sogno che per la maggior parte della popolazione sembrava una promessa di democrazia. Ma come tutti sappiamo, la politica deve essere accompagnata da un gesto concreto che possa suggellare il patto tra amministrazione e popolo, un dono che possa convincere i molti a pensare come un unico individuo: e questo dono lo trovarono nel Sangue. Questo particolare intruglio, che ricordava molto per densità e aspetto il sangue umano, non aveva l’essenza del sangue, o almeno non all'inizio: dava forza, una grande resistenza e dominio di sé, rinvigoriva i sensi e allietava con un’insolita sensazione a metà tra euforia ed estasi. Questo era un piacere momentaneo, e se all'inizio veniva somministrato ai deboli e agli ammalati, presto chiunque ne faceva uso, portando non solo i cittadini a diventare infaticabili, principale manodopera per la costruzione delle eleganti torri e campanili della città, ma spargendo anche a voce tra i popoli vicini. Così molti stranieri giunsero in città, e anch'essi si univano alla Comunione, la particolare cerimonia dove veniva offerto il Sangue. Questo arrecò molto benessere a Yharnam, ma tale condizione non sarebbe durata a lungo. Come ho detto, malgrado tutto le notti si facevano sempre più lunghe, sempre più buie, e la luna, sempre piena, non cambiava mai di fase; e nessuno badava a guardare il cielo in quelle notti, quando le urla strazianti riecheggiavano nel silenzio di strade prive di vita. Iniziarono così a manifestarsi strane ombre, strani grugniti negli angoli più oscuri, e molto spesso durante le ronde della guardia cittadina venivano scovati dei cadaveri orrendamente mutilati, straziati come da belve assetate di sangue. La Paura iniziava a strisciare nell’animo della gente, e la Chiesa della Cura cercò di porre rimedio istituendo un ordine detto dei Cacciatori, capaci di affrontare l’oscura minaccia. Molti perirono ugualmente, ma ben presto scoprirono l’orribile verità: c’erano delle belve nelle strade di Yharnam, esseri orrendi che prima avevano sembianze umane. Subito si sparse la voce, e il panico generale creò l’angoscia più cupa;
ognuno diffidava del proprio vicino in maniera peggiore di quanto avesse fatto in passato, e questo da parte della Chiesa della Cura non poteva essere sopportato. Molto furbamente trovarono un capro espiatorio, e subito le attenzioni della popolazione si rivolse sugli stranieri. Vennero cacciati perché portatori della piaga delle belve -così venne chiamata l'assuefazione dal Sangue- e così Yharnam si chiuse tra le sue mura, accogliendo gli stranieri solo clandestinamente. Per gli Yharnamiti gli stranieri erano deboli poichè la Comunione sopraffaceva la loro mente, inducendo una grottesca metamorfosi sanguinaria, sviluppando una furia omicida senza eguali; non sapevano che coloro che sparivano erano proprio i loro vicini, i loro mariti, i loro figli, che trasformati soccombevano sotto le armi dei Cacciatori; ma tutto ciò non veniva messo in conto, tanta era l'ebrezza che il Sangue procurava. Così la piaga si diffondeva, ed ogni notte era più lunga della precedente. Per la popolazione la Caccia era diventata un rituale che, come scopo, si prefiggeva l’eliminazione di coloro che manifestavano i sintomi delle trasformazioni, di coloro la cui pericolosità poteva intaccarli.
Me venne una notte, una notte di fiamme e sangue, e puzzo di carne lacera e carbonizzata; una notte di sacrificio, e di morte. La Piaga si era diffusa troppo per non essere notata, e la Chiesa diede l’ordine ultimo: bruciare e sigillare la vecchia città, trasferire i rifugiati nelle zone più esterne, e dimenticare. Io non dimenticherò mai quella notte illuminata dalla luna, quella notte dove la Chiesa si rivelò essere quel che sempre era stata, e lo scopo che si era prefissata: ci hanno studiato, ci hanno esaminato attentamente, curiosi ed allo stesso tempo impazienti di avere risposte sull'Evoluzione, il grottesco passaggio dalla vita umana a quella di Grande Essere. Non so cosa siano questi “Grandi Esseri” se non che un tempo furono le antiche divinità scese dal cielo e che avevano abitato in passato queste terre, ma oltre a ciò non esiste memoria sulla malvagità o magnanimità di queste creature. Eppure tra i borbottii senza senso e le urla strazianti di Laurence, ex allievo di Willehm e capo della Chiesa della cura, il loro sangue aveva portato la Piaga. Prima che si trasformasse Laurence aveva cercato di spiegare che non era il Sangue l’unico mezzo per l’Evoluzione, ma la conoscenza, conoscenza che non possedeva. “Temi il Sangue Antico” queste le sue ultime parole prima di diventare una belva; lo vidi soccombere tra le fiamme, urlante di folli grida ferali, ma fu generoso anche nella sua morte: potemmo scoprire che il fuoco era molto efficace contro le bestie.
Fu così che la Vecchia Yharnam cadde, e molti perirono tra coloro che non si trasformarono. Vidi le fiamme, e udii le grida della povera gente che, circondata da infernali lingue di fuoco, non ancora completamente trasformata, si aggirava incerta tra quelle strade martoriate come spiriti di vendetta, con occhi ebbri di sangue, eppure ancora coscienti, consapevoli che il loro corpo si stava sgretolando, consapevoli che presto la morte li avrebbe sollevati da quella terribile maledizione. Ma tutto ciò non fu la fine; altre macchinazioni erano in agguato nell'oblio della Cattedrale, centro dell’influenza della Chiesa, fulcro del terribile destino di tutti noi: molto di quel che so non è altro che un frammento di una più profonda verità, verità che non voglio conoscere, a cui non aspiro più da molto tempo. Preferisco essere un vigliacco, preferisco vedere uno ad uno i miei cari morire o trasformarsi, ma quella Verità… quella Verità mi distruggerà; non mi farà morire ma mi condannerà ad un’eternità di oblio, inganni e follia, perché non ne sono degno, perché non sono l’Erede. Io, un misero cacciatore, starò qui a vegliare su quel che una volta è stata la mia gente, e malgrado la Luna Rossa sarà alta nel cielo cercherò di resistere al suo allettante abbraccio, perché quella… quella è stata l’inizio dell’incubo nel quale noi tutti periremo.
Custos
I suoi abitanti erano stanchi delle continue epidemie, stanchi dei soprusi dei potenti che cercavano di arricchirsi sulle spalle della povera gente. Insomma, la normale storia di una città che di certo in quel momento non viveva il suo periodo migliore. Poi accadde qualcosa, qualcosa di imprevisto che da lì a poco avrebbe segnato il destino di molte vite. A Byrgenwerth, la migliore scuola di tutto tutta la città, per non dire di tutta le terre a ovest di Yharnam, fonte della più alta educazione dei rampolli delle nobili casate, avvenne una grande scoperta. Fu ritrovato qualcosa, la memoria di una antica civiltà; molti lo definiscono come Il Calice, una forma di ricettacolo in grado di incanalare la volontà ed aprire porte altrimenti inaccessibili. Il Calice era il ricettacolo di qualcosa che, tuttavia, al tempo si ignorava ma che ben presto sarebbe divenuto la piaga della città stessa: Il Sangue. No, non sangue qualsiasi, non il sangue di un qualsiasi mendicante o di una qualsiasi puttana; no, era qualcosa di antico, volutamente celato per la sua enorme potenza. Probabilmente fu l’assaggio di quella potenza che trasformò Byrgenwerth, dissennando il suo rettore Willehm nella ricerca della Verità su quell'Antico Sangue. Così iniziarono le ricerche, dapprima in maniera attenta, evitando di mietere vite innocenti, poi sempre più insistentemente, lasciando il posto alla volontà di scovare segreti e alla noncuranza delle conseguenze. Tutti all'interno di Byrgenwerth volevano ottenere la Verità, volevano ottenere il potere presi da una frenesia inumana, ma non sapevano che ben presto il potere avrebbe bussato alle porte della loro follia. Fu così che le notti a Yharnam divennero più lunghe, ed una strana ombra si aggirava tra i vicoli della città; una foschia si elevava dal sottosuolo, sempre più densa, sempre più opprimente, un saturo miasma di un orribile presagio, l’inizio di qualcosa più grande di tutti noi. La città divenne irrequieta, gli abitanti si chiudevano in casa, ogni persona iniziava a guardarsi con sospetto vicendevolmente; se prima la città sembrava sfiancata da una vita già abbastanza ingiusta, adesso il suo volto stava mutando in qualcosa di ancora più oscuro.
Poi giunse un fulmine a ciel sereno: mentre prima Byrgenwerth era il centro della conoscenza, repentinamente fu proclamata come zona proibita: nessuno sapeva spiegarsi il perché, nessuno osava porre alcuna domanda. E malgrado tutto, ciò che destava più sospetto erano coloro che provenivano dal vecchio centro di studi: gli ex studenti si rivolgevano alla gente cercando di aiutarla senza nessun apparente contraccambio; distribuivano promesse, sogni di una rivincita non solo sui potenti della città ma anche sopra la stessa natura umana; quest’ultima promessa sembrava al tempo troppo enigmatica, ma sapeva attrarre con il suo fascino allettante- chi non vorrebbe il potere? Così ben presto, tramite uno strano intruglio chiamato Sangue Curativo, diedero la forza a molti cittadini, soverchiarono il potere reggente della città e si autoproclamarono come Chiesa della Cura, un sogno che per la maggior parte della popolazione sembrava una promessa di democrazia. Ma come tutti sappiamo, la politica deve essere accompagnata da un gesto concreto che possa suggellare il patto tra amministrazione e popolo, un dono che possa convincere i molti a pensare come un unico individuo: e questo dono lo trovarono nel Sangue. Questo particolare intruglio, che ricordava molto per densità e aspetto il sangue umano, non aveva l’essenza del sangue, o almeno non all'inizio: dava forza, una grande resistenza e dominio di sé, rinvigoriva i sensi e allietava con un’insolita sensazione a metà tra euforia ed estasi. Questo era un piacere momentaneo, e se all'inizio veniva somministrato ai deboli e agli ammalati, presto chiunque ne faceva uso, portando non solo i cittadini a diventare infaticabili, principale manodopera per la costruzione delle eleganti torri e campanili della città, ma spargendo anche a voce tra i popoli vicini. Così molti stranieri giunsero in città, e anch'essi si univano alla Comunione, la particolare cerimonia dove veniva offerto il Sangue. Questo arrecò molto benessere a Yharnam, ma tale condizione non sarebbe durata a lungo. Come ho detto, malgrado tutto le notti si facevano sempre più lunghe, sempre più buie, e la luna, sempre piena, non cambiava mai di fase; e nessuno badava a guardare il cielo in quelle notti, quando le urla strazianti riecheggiavano nel silenzio di strade prive di vita. Iniziarono così a manifestarsi strane ombre, strani grugniti negli angoli più oscuri, e molto spesso durante le ronde della guardia cittadina venivano scovati dei cadaveri orrendamente mutilati, straziati come da belve assetate di sangue. La Paura iniziava a strisciare nell’animo della gente, e la Chiesa della Cura cercò di porre rimedio istituendo un ordine detto dei Cacciatori, capaci di affrontare l’oscura minaccia. Molti perirono ugualmente, ma ben presto scoprirono l’orribile verità: c’erano delle belve nelle strade di Yharnam, esseri orrendi che prima avevano sembianze umane. Subito si sparse la voce, e il panico generale creò l’angoscia più cupa;
ognuno diffidava del proprio vicino in maniera peggiore di quanto avesse fatto in passato, e questo da parte della Chiesa della Cura non poteva essere sopportato. Molto furbamente trovarono un capro espiatorio, e subito le attenzioni della popolazione si rivolse sugli stranieri. Vennero cacciati perché portatori della piaga delle belve -così venne chiamata l'assuefazione dal Sangue- e così Yharnam si chiuse tra le sue mura, accogliendo gli stranieri solo clandestinamente. Per gli Yharnamiti gli stranieri erano deboli poichè la Comunione sopraffaceva la loro mente, inducendo una grottesca metamorfosi sanguinaria, sviluppando una furia omicida senza eguali; non sapevano che coloro che sparivano erano proprio i loro vicini, i loro mariti, i loro figli, che trasformati soccombevano sotto le armi dei Cacciatori; ma tutto ciò non veniva messo in conto, tanta era l'ebrezza che il Sangue procurava. Così la piaga si diffondeva, ed ogni notte era più lunga della precedente. Per la popolazione la Caccia era diventata un rituale che, come scopo, si prefiggeva l’eliminazione di coloro che manifestavano i sintomi delle trasformazioni, di coloro la cui pericolosità poteva intaccarli.
Me venne una notte, una notte di fiamme e sangue, e puzzo di carne lacera e carbonizzata; una notte di sacrificio, e di morte. La Piaga si era diffusa troppo per non essere notata, e la Chiesa diede l’ordine ultimo: bruciare e sigillare la vecchia città, trasferire i rifugiati nelle zone più esterne, e dimenticare. Io non dimenticherò mai quella notte illuminata dalla luna, quella notte dove la Chiesa si rivelò essere quel che sempre era stata, e lo scopo che si era prefissata: ci hanno studiato, ci hanno esaminato attentamente, curiosi ed allo stesso tempo impazienti di avere risposte sull'Evoluzione, il grottesco passaggio dalla vita umana a quella di Grande Essere. Non so cosa siano questi “Grandi Esseri” se non che un tempo furono le antiche divinità scese dal cielo e che avevano abitato in passato queste terre, ma oltre a ciò non esiste memoria sulla malvagità o magnanimità di queste creature. Eppure tra i borbottii senza senso e le urla strazianti di Laurence, ex allievo di Willehm e capo della Chiesa della cura, il loro sangue aveva portato la Piaga. Prima che si trasformasse Laurence aveva cercato di spiegare che non era il Sangue l’unico mezzo per l’Evoluzione, ma la conoscenza, conoscenza che non possedeva. “Temi il Sangue Antico” queste le sue ultime parole prima di diventare una belva; lo vidi soccombere tra le fiamme, urlante di folli grida ferali, ma fu generoso anche nella sua morte: potemmo scoprire che il fuoco era molto efficace contro le bestie.
Fu così che la Vecchia Yharnam cadde, e molti perirono tra coloro che non si trasformarono. Vidi le fiamme, e udii le grida della povera gente che, circondata da infernali lingue di fuoco, non ancora completamente trasformata, si aggirava incerta tra quelle strade martoriate come spiriti di vendetta, con occhi ebbri di sangue, eppure ancora coscienti, consapevoli che il loro corpo si stava sgretolando, consapevoli che presto la morte li avrebbe sollevati da quella terribile maledizione. Ma tutto ciò non fu la fine; altre macchinazioni erano in agguato nell'oblio della Cattedrale, centro dell’influenza della Chiesa, fulcro del terribile destino di tutti noi: molto di quel che so non è altro che un frammento di una più profonda verità, verità che non voglio conoscere, a cui non aspiro più da molto tempo. Preferisco essere un vigliacco, preferisco vedere uno ad uno i miei cari morire o trasformarsi, ma quella Verità… quella Verità mi distruggerà; non mi farà morire ma mi condannerà ad un’eternità di oblio, inganni e follia, perché non ne sono degno, perché non sono l’Erede. Io, un misero cacciatore, starò qui a vegliare su quel che una volta è stata la mia gente, e malgrado la Luna Rossa sarà alta nel cielo cercherò di resistere al suo allettante abbraccio, perché quella… quella è stata l’inizio dell’incubo nel quale noi tutti periremo.
Custos
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